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La musica amatoriale – benessere per la società e per il mondo della musica

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Suonare uno strumento, in particolare facendo musica d’insieme, è un’attività che genera benessere ed equilibrio psicofisico al pari dello sport. Per chi non è musicista di professione, l’attività musicale amatoriale è una grande risorsa e stimolo anche per le relazioni umane e per il mondo del lavoro. L’amatorialità nulla ha a che vedere con la diffusa e sorpassata opinione di dilettantismo e pressapochismo. Rappresenta una valida alternativa per i diplomati al conservatorio che hanno dovuto scegliere una professione diversa da quella del musicista. Musicisti professionisti e amatoriali spesso formano orchestre in cui i due ambiti musicali fungono da stimolo reciproco e valore aggiunto per il mondo della musica e per la società civile. Che lo sport sia di fondamentale importanza per la salute, per contrastare l’invecchiamento e come forma di disciplina e fonte del nostro equilibrio psicofisico è cosa risaputa. Meno diffusa è la consapevolezza che suonare uno strumento, soprattutto in una band o in un’orchestra o cantare in un coro sia altrettanto importante per lo sviluppo cognitivo, per il benessere psicologico e per la convivenza civile. E’ dimostrato che fare musica innalza i livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che ci aiuta a prevenire la depressione e funge da stimolo nella vita privata e lavorativa, ci predispone all’empatia, alla capacità di metterci in relazione con il prossimo e di lavorare in gruppo. Non tutti possono godere di questa eccezionale risorsa, perché la professione di musicista, soprattutto in Italia, è riservata a pochi. Un’ottima pratica per i non professionisti è la musica amatoriale, attività che abbraccia moltissimi generi musicali e in cui si raggiungono apprezzabili livelli anche nel campo della musica classica, spesso considerata un ambito riservato solo ai professionisti. Nel resto d’Europa le istituzioni prestano maggiore attenzione al mondo della musica, investendo in modo più consistente sull’educazione musicale e questo favorisce la diffusione di orchestre e cori amatoriali. In Italia l’educazione musicale è relegata al ruolo di Cenerentola della cultura. Sorge dunque spontanea la domanda su come nasca la musica amatoriale nel nostro paese. Il termine “amatorialità” è spesso inteso in un’accezione negativa, quale sinonimo di pressapochismo o dilettantismo. Quest’idea in moltissimi casi non corrisponde al vero, anzi, spesso la musica amatoriale è da considerarsi un valore aggiunto nella nostra società civile e addirittura un garante per il buon funzionamento del mondo della musica. Chi sono i musicisti amatoriali? In parte si tratta di giovani che amano fare musica e che vogliono stare insieme, spesso si avvicinano alla pratica musicale unendosi a un coro senza avere alcuna competenza musicale e iniziano cantando nelle parrocchie o nelle scuole. Ma questo è solo il profilo di una parte del mondo della musica amatoriale italiana, in realtà costituito per lo più  da musicisti con un’esperienza formativa nei conservatori e con anni di studio musicale alle spalle. Oggi la musica amatoriale abbraccia tutti i generi, dalla musica classica alla musica rock e pop, al jazz, al gospel. Nessuno di essi è minoritario rispetto agli altri. Tutti rivelano sempre più una notevole competenza e diffusione. Basti guardare i numerosi manifesti che pubblicizzano concerti in moltissime città italiane, in particolare in provincia e i festival promossi ogni anno. Sono in particolare le piccole città di provincia a rispondere con la musica al bisogno di aggregazione; dove ci sono meno opportunità culturali, c’è anche un maggiore desiderio di incontrarsi e di fare musica insieme. Si ottengono ottimi risultati proprio nelle cittadine dove sono nati cori che hanno raggiunto un livello di fama internazionale, come ad esempio il “Coro Città di Piazzola sul Brenta” nei pressi di Padova, diretto da Paolo Piana, i cui risultati apprezzabili attirano coristi e musicisti anche dai capoluoghi. Ma quale spazio occupa la musica classica, il “mostro sacro”, nel panorama della musica amatoriale? Sicuramente è legata alla posizione difficile dei musicisti di professione in Italia, in particolare a quella degli orchestrali. “Non è una posizione felice, perché molte grandi orchestre in Italia sono scomparse o si sono ridotte. Nel contempo questo ha dato modo a molti musicisti di costituirsi più liberamente in piccole unità, ossia in orchestre semiprofessionali formate da musicisti che non potendo godere di compensi adeguati per vivere esercitano anche un’altra professione”, afferma il Maestro Francesco Facchin, titolare dell’insegnamento di direzione di coro e repertorio corale per la didattica della musica presso il Conservatorio Cesare Pollini di Padova. Aumentano o si consolidano le orchestre accademiche e i cori, presenti nelle più prestigiose università italiane e le orchestre o gli ensemble corporativi di cui, per citarne uno, l’Asclepio Ensemble costituito da medici dell’Azienda Ospedaliera di Padova è un esempio riuscito. A Milano La Verdi per tutti è un virtuoso esempio di orchestra sinfonica amatoriale che esegue spesso concerti presso l’Auditorium Mahler, sede dell’Orchestra sinfonica di Milano detta “La Verdi”. In Italia un punto di riferimento per i musicisti amatoriali, in particolare per tutti quelli che hanno studiato a lungo uno strumento, è AIMA, l’Associazione Italiana Musicisti Amatoriali, nata nel 2012 e presieduta dal violinista amatoriale Tommaso Napoli“Oggi AIMA è inserita nella Federazione Mondiale delle Orchestre Amatoriali e partecipa a numerose manifestazioni all’estero”, dice Tommaso Napoli, “è sorta inizialmente da un piccolo numero di musicisti che volevano fare musica da camera senza essere vincolati dall’approvazione di un direttore d’orchestra”. AIMA ha tratto ispirazione dagli ensemble non professionali di musica da camera diffusi in Europa, utilizzando come modello di riferimento l’associazione Cambristi di Bruxelles. Scopo principale di AIMA è l’organizzazione di attività a progetto in base ad alcuni standard predefiniti. Le formazioni che vi aderiscono sono numerose e varie: dalle orchestre sinfoniche agli ensemble che eseguono musica da camera, dai laboratori di musica barocca ai laboratori orchestrali e di improvvisazione curati da musicisti di fama internazionale, tra cui il trombettista jazz Giovanni Falzone e il direttore d’orchestra Julius Kalmar. Fondamentale è il ruolo della rete web: accedendo alla community di AIMA è possibile individuare gli strumentisti con cui fare musica d’insieme. Importante è il contributo dei conservatori alla musica amatoriale. Tra i più collaudati sono i corsi del CPSM presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano nati già negli anni 70 come esperimento di apertura del conservatorio agli amatori. Come si pone il mondo dei musicisti di professione nei confronti dei musicisti amatoriali? Inaspettatamente per chi non vive nel mondo della musica molte orchestre sono promosse da musicisti professionisti, ma l’organico è costituito da molti amatori. Queste strutture non vanno in conflitto di interesse con le orchestre professionali. Maggiore è il livello degli amatori maggiore è lo stimolo fornito anche al mondo dei professionisti. Fondamentale è la passione con cui si fa musica ed è innegabile che solo la passione è il carburante che fa funzionare questa straordinaria arte. Da questo nasce la reale differenza tra abili esecutori e veri musicisti.   Isabella Longo ©2019 Radio Wellness®